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Diciannove anni fa, con il varo della legge n. 241/1990, il legislatore ha regalato ai cittadini il bene inestimabile di un procedimento ispirato ai canoni della partecipazione e della trasparenza. Nel corso di questi anni la macchina procedimentale ha mostrato molte crepe sul piano dell'efficienza e della funzionalità. Di qui il varo di molteplici interventi correttivi. Dopo alcuni ritocchi apportati dal ciclone Bassanini a cavallo di fine millennio e gli interventi più impattanti posti in essere dalle leggi 15 e 80/2005, il Parlamento ha messo nuovamente il bisturi sul martoriato corpo del procedimento con l'approvazione, il 26 maggio 2009, della ed. legge competitività. Il denominatore comune è la spinta alta semplificazione ed alla razionatizzazione dell'azione amministrativa. Tra le novità di maggior spicco si segnalano, a volo d'uccello, l'accelerazione dei tempi di conclusione dei procedimenti, il riconoscimento del danno da ritardo mero (che implica la considerazione del tempo quale bene della vita), l'incremento delle potenzialità della conferenza di servizi (aperta alla telematica ed all'apporto collaborativo dei privati), la semplificazione delle procedure in tema di pareri, denuncia di inizio attività e silenzio assenso, il ritocco di alcuni profili sostanziali e processuali dell'accesso ai documenti amministrativi e, infine, la riscrittura del nodo gordiano dei rapporti tra legislazione statale e autonomie regionali.